Jam session deriva dall’unione della parola africana jamu con la parola inglese session e significa letteralmente “insieme in concerto”, un’unione di musicisti e delle loro esperienze, da cui nascono melodie improvvisate e mix “magici” tra le persone. Così è successo ai Sabbianati due anni fa durante una jam session chitarra-basso-batteria.

I Sabbia nascono durante un momento di spensieratezza e condivisione: la musica scorre libera e gli artisti suonano senza pensieri, dando libero sfogo alle loro sensazioni.

L’intenzione era quella di creare una band che seguisse l’attitudine delle Desert Session guidate da Josh Homme dei Queens Of The Stone Age. Ci piaceva, ed è tuttora fondamentale per noi, la totale libertà compositiva e la spontaneità che si respira in quei dischi. Volevamo ricreare quella stessa atmosfera.

Il processo creativo dei Sabbia prende il volo:

Abbiamo iniziato a registrare le prime idee e farle ascoltare agli amici musicisti, aggiungendo ogni volta strumenti nuovi alle jam, fino ad arrivare alla formazione attuale che si compone di chitarra, basso, batteria, tastiere e sax.

I Sabbia hanno cercato di evocare la propria filosofia e attitudine musicale anche con il nome scelto per la band:

Perché è evocativo del deserto, che è l’habitat naturale dei suoni che ci piacciono.

L’omonimo EP dei Sabbia sposa gli ideali del gruppo e non potrebbe essere altrimenti: quattro tracce in acustico dal suono penetrante che sembra quasi attraversare la pelle. Dietro l’EP c’è l’idea iniziale che ha dato vita alla band, la jam session: non a caso, viene registrato in presa diretta.

Non ci sono sovraincisioni, quindi è come ascoltarci dal vivo. L’abbiamo registrato in una giornata in uno degli studi più belli che abbiamo mai visto.

La registrazione del disco è legata a una persona speciale, che ha guidato e incoraggiato i Sabbia: Andrea Cajelli.

Andrea era una persona straordinaria e un professionista come ce ne sono pochi in giro, che sfortunatamente ci ha lasciato all’inizio di quest’anno. A lui è dedicato il disco.

La parola d’ordine quando pensiamo ai Sabbia dev’essere “libertà”, un flusso di idee, suoni e… cene cariche di ispirazione.

Ci hanno influenzato tutte le cene a casa di Edo, il sesto Sabbia, fatte prima di andare a fare le prove.

I Sabbia non voglio apparire diversi, semplicemente lo sono: provare a definire il loro genere è difficile, perciò ci siamo fatti aiutare.

Ci piace la definizione che ha dato un amico, “in bilico tra la psichedelia più allucinante e le colonne sonore dei film porno anni 70”. Potremmo definirlo porn psych stoner.

Il lavoro è completamente in acustico anche per motivi pratici:

L’EP voleva essere come una colonna sonora dei nostri stati d’animo, inoltre tra di noi non c’è nessuno davvero “buono” a cantare.

Ridare vita al montone rosso

Il montone che si erge nella copertina esiste veramente: è un bestione di cartapesta alto tre metri che faceva parte di una installazione artistica biellese. L’installazione è stata smantellata e i montoni sono svaniti nel nulla, portandosi dietro un alone di mistero. È il bassista dei Sabbia a ritrovare il montone perduto, spingendo la band a renderlo di nuovo protagonista.

Ci sembrava che potessero essere dei bei soggetti per la nostra copertina quindi accompagnati da Davide Belgenio, un caro amico e un fotografo straordinario, siamo andati a cercare idee su come immortalarli fino a trovare la foto che vedete come copertina del disco.

La band è costituita da cinque ragazzi con esperienze diverse, uniti dall’amore per la musica e da quello per le cene in compagnia:

Gabo, alla chitarra, è vostro conterraneo e sta pregando in “sardo” perché salti fuori qualche data nella vostra meravigliosa terra. Ale e Andre, rispettivamente basso e tastiere, suonano in un’altra band che si chiama Lemura: vi consigliamo vivamente di andare ad ascoltare.
Marco suona la batteria anche negli ELECTRIC BALLROOM che stanno portando in giro il loro blues e fanno girare la testa a parecchi. Jack, oltre a suonare il sax nella nostra band, è bassista per i Bonnie’s Back e produce un miele buonissimo.

I Sabbia sono molto legati alla nostra isola, grazie alla presenza di Gabo sicuramente, ma anche perché tutti percepiscono la bellezza di questa terra.

C’è un’idea per questa estate, probabilmente fine luglio. Suonare in Sardegna sarebbe spettacolare per noi, perché ci sono una miriade di location con le quali la nostra musica si sposerebbe bene.

Noi di Sardegna Creativa abbiamo deciso di invitare la band a cena nella speranza di sentire una dello loro ormai famose jam session, e i Sabbia nel salutarci ci hanno dato indicazioni precise sui propri gusti culinari.

Se saremo vostri ospiti a cena, fateci trovare del condimento veramente piccante. Grazie per averci dato l’opportunità di fare questa intervista. Abbracciamo voi e tutta la Sardegna che ama la musica.

La band ci tiene a ringraziare chi ha creduto e crede in loro:

Vogliamo dire grazie a tutte le persone che ci accompagnano da quando abbiamo iniziato, ci stanno dimostrando ogni giorno di più il loro entusiasmo e ci aiutano in ogni occasione. Ringraziamo La Mansarda e Kono Dischi che, unendo le forze, ci hanno permesso di stampare il disco, in uscita in formato cd il 24 marzo. Ringraziamo Desert Serigrafia Casalinga che si occupa del nostro merchandising.

Ringraziamo infine il nostro farmacista: non fateci domande a proposito.

Non potendo fare domande sul farmacista, abbiamo chiuso così la nostra chiacchierata con i Sabbia, una band con una grande energia e un sound dalla forte personalità. Noi di Sardegna Creativa ringraziamo questa talentuosa e simpatica band e speriamo di poter assistere a un loro live nella nostra splendida terra, per la nostra gioia e ovviamente per quella di Gabo.

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