Federico Zara, creativo nativo di Roma ma residente a Nuraminis sin da bambino, ha scoperto l’amore per la scultura e l’arte in tenera età, tra plastilina e mattoncini.

La mia passione per la scultura nasce da bambino, quando abitavo ancora a Roma e mi divertivo a realizzare tante cose col “pongo”, ovvero la plastistina. Giocavo anche con le costruzioni, non quelle costose come Lego o simili, ma con le Italo Cremona, un marchio italiano ormai andato nel dimenticatoio. Da bambino, per me qualsiasi cosa poteva trasformarsi in qualcos’altro e le cose, in questo senso, non sono cambiate neppure oggi.

I genitori di Federico non sono artisti, ma sono dotati di grande manualità, il che ha una qualche influenza su di lui.

Mio padre era un gessista-stuccatore e realizzava a mano le cornici decorative, che oggi vengono comprate già pronte per essere applicate negli angoli del soffitto, mentre mia madre è sarta, ma non ha mai esercitato la professione se non per se stessa o pochi amici. Se come dico sempre “il DNA non è un’opinione¨, questo mi ha senz’altro aiutato.

Federico Zara-ecoscultura chitarra

Federico impara da solo a creare le sue sculture: nessuna scuola, nessuna lezione, solo tanta passione e tanti incoraggiamenti da parte degli amici.

Sono autodidatta, non ho fatto studi artistici, ad eccezione di Storia dell’Arte alle superiori. Senza dubbio posso ringraziare diversi amici che hanno creduto nelle mie potenzialità e che mi hanno supportato in molte occasioni, spingendomi così a continuare nella mia avventura.

C’è più di un motivo se Federico ha scelto di creare ecosculture e non “semplici” sculture:

La mia passione vede tra le sue componenti una spiccata sensibilità ambientale, l’amore per la fantascienza e la voglia di costruire e possibilmente stupire l’osservatore.

Inizialmente Federico ha un obiettivo ben preciso: ricreare alcune opere di un artista specializzato nel campo degli effetti speciali, padre di una delle creature più famose del mondo del cinema. Ma

Non ho dei soggetti preferiti, anche se negli ultimi quindici anni lo sviluppo della mia creatività è dovuto alla ricerca per la creazione degli Aliens di H.R.Giger: ciò mi ha permesso di mettere a punto una tecnica che poi ha preso strade totalmente inaspettate, tant’è vero che il mio primo Alien è venuto alla luce solo nel 2011. Il mio sistema di lavorare il polietilene permette la realizzazione di una miriade di soggetti, naturali e non: questo evita di “fissarsi” più di tanto su un solo tema.

Federico Zara-Alien

L’abilità di Federico nella scultura non passa inosservata: mostre e interviste permettono al nostro artista di far conoscere le proprie opere.

Devo dire che di soddisfazioni ne sto avendo parecchie: se anni fa mi avessero detto che avrei presentato delle “personali” in luoghi molto frequentati o che sarei stato intervistato e ospitato in tv, non solo non ci avrei creduto, ma mi sarei messo a ridere. Io volevo solo costruire un Alien, perché quelli in vendita costavano troppo! (ride)

Una nuova vita ai rifiuti

Quello che più ama Federico è scoprire lo stupore nel volto delle persone quando gli svela che le sue opere nascono da “rifiuti”, oggetti “morti” che trovano nuova vita tra le mani del nostro artista.

Realizzare i miei oggetti mi diverte soprattutto, in quel senso sono rimasto un bimbo. La cosa che mi dà più soddisfazione è vedere lo sguardo incredulo delle persone quando si dice loro che quella statua femminile è stata realizzata con una vecchia stampante o quel violino è fatto di flaconi di detersivo. La cosa mi diverte parecchio.

Non tutti sono in grado di apprezzare le sue opere, ma la sempre crescente attenzione delle persone più sensibili fa ben sperare Federico.

Le difficoltà non mancano mai, specialmente di questi tempi, anche perché le persone, essendo sempre più omologate, non sempre apprezzano l’originalità di una creazione. Purtroppo c’è enorme ignoranza sul fatto che il 90% dei materiali che noi gettiamo via si possano riutilizzare perché ancora integri e di buona qualità. Oltretutto c’è una sorta di pregiudizio nei confronti dei rifiuti, pregiudizio che sta facendo arricchire alcuni e morire altri.
Per quanto riguarda la trasformazione della mia creatività in un lavoro, devo dire che sto notando un lento, ma graduale miglioramento: sono speranzoso per il futuro. Siamo ancora lontani dall’avere un reddito stabile, ma di questi tempi guadagnare qualcosa senza copiare idee altrui, per di più facendo ciò che ami, è già un lusso.

Federico Zara-opere varie

Una dei problemi maggiori è quella di far emergere la propria arte in quel mare magnum che è il web.

Farsi conoscere è complicato. Anche se con Internet tutti o quasi hanno la possibilità di manifestare la propria esistenza, farsi conoscere sul serio per qualcosa di originale resta comunque difficile. Anche aprire un sito personale di vendita diventa una cosa dispendiosa e inutile se la gente non ha già intenzione di cercarti perché già ti conosce o ha sentito parlare di te.

Passo dopo passo, Federico si sta facendo conoscere. Per questo, vuole godersi ogni occasione di presentare al pubblico le proprie opere, senza fare voli pindarici.

I miei progetti futuri sono soltanto a breve termine. Ho in ballo l’allestimento di una mostra nello splendido parco di Gianni Argiolas, dove esporró le mie creazioni tecnonuragiche, nel sito dedicato alla preistoria sarda e più avanti, forse verso novembre, una mostra a Cagliari in un bel posto di cui per scaramanzia non voglio ancora parlare.

Federico è un artista incredibilmente originale e sensibile. Le sue opere sono belle, ma soprattutto hanno un significato che va al di là della bellezza intrinseca. Ridare vita a oggetti scartati, considerati inutili, fa di Federico un creatore, oltre che un creativo. Non ci resta che augurargli buona fortuna: se lo merita.