Alcuni artisti si riconoscono in una specifica forma d’arte, altri semplicemente si identificano con l’arte. Spaziano da un campo all’altro, curiosi, insaziabili, ansiosi di conoscere nuovi modi per esprimere sé stessi, perché uno solo non è sufficiente. È più o meno quello che deve aver provato Irene Piccinnu, poliedrica artista originaria di Olbia, oggi online con il nome Trame e Tinture.
Da piccola, quando andavo a scuola, amavo disegnare sui fogli dei quaderni, banchi, pasticciavo dappertutto. Finite le medie ho frequentato il corso per geometri ma non mi andava così ho iniziato a rompere le scatole ai miei per frequentare l’Istituto D’Arte di Sassari. È stato difficile convincerli ma ci sono riuscita.
A Irene capita il corso di tessitura che, a dirla tutta, non la appassiona poi tanto.
Il corso di tessitura non mi piaceva, quel mondo fatto di trame di licci, di tradizioni antiche.
Irene sente lontano il mondo della tessitura da quelle che, fino ad ora, sono state le sue origini e si convince che non faccia per lei, ma c’è chi le fa cambiare idea.
Nessuno nella mia famiglia aveva mai tessuto, però a poco a poco, le insegnanti che avevano capito il mio carattere, hanno iniziato a farmi amare quel mondo a me sconosciuto. Anziché farmi usare il telaio orizzontale, che trovavo bellissimo ma troppo ripetitivo e noioso, mi fecero usare il telaio verticale, facendomi così spaziare con disegni più fantasiosi. E mi divertivo, sentivo quel mondo più vicino a me.
Superando i pregiudizi culturali e seguendo il proprio buon senso Irene decide così di trasferirsi a Nuoro.
Per un anno mi sono trasferita a Nuoro ed è stata una bellissima scoperta perché ho conosciuto persone e insegnanti meravigliose che mi hanno donato nuove prospettive su quest’arte ma anche sulla vita. Io sono gallurese ed ero convinta che fossero chiusi, arretrati e antipatici, invece ho trovato delle persone eccezionali con una cultura bellissima che dava loro un’apertura mentale diversa ma bellissima. Anzi, proprio lì ho trovato una mia dimensione.
Dopo un anno di contaminazione a Nuoro, Irene decide di tornare nuovamente a vivere a Sassari dove, ricca di questa nuova, fantastica esperienza, studia con ancora più passione e arriva al diploma.
Quando ho dato l’esame di maturità sono venute tutte le insegnanti a fare il tifo per me. È stato un bel tifo che mi ha caricata ed emozionato. Non mi aspettavo di vedere le mie insegnanti lì per me, in quel momento tanto importante, a dimostrarmi il loro affetto e stima.
Conseguito il diploma Irene torna così ad Olbia e pensa al suo futuro, a questo nuovo inizio che la attende.
Conoscevo i proprietari dell’Altergrafica, studio di grafica pubblicitaria, che mi proposero di lavorare per loro per fare un pò di pratica. Accettai. A dire la verità qualche piccola difficoltà con i macchinari la ebbi, ma mi adeguai.
Irene è circondata da persone che credono in lei e nel suo talento, in primis nella sfera familiare. È così che arriva un nuovo fantastico regalo.
Mio padre mi mise a disposizione un suo locale e mi allestì un bel laboratorio, un tavolo, un tavolo luminoso, il suo augurio e tutti i miei colori. Nel frattempo continuavo a lavorare in Altergrafica e un giorno mi chiesero se volessi studiare un disegno per un menù.
Il menù in questione era stato commissionato da un cliente che ogni anno organizzava un grande pranzo per il compleanno di sua moglie.
Pensando alla fortuna di questa moglie buttai giù un bozzetto che il cliente approvò immediatamente. Si fece il pranzo e l’indomani ricevetti dei bei complimenti per quel bozzetto semplicissimo. Ero veramente felice.
Il talento di Irene emerge, è sotto gli occhi di tutti e, come si dice, da cosa nasce cosa.
Mi chiesero se volessi lavorare qualche ora al Golf Pevero per scrivere i risultati delle gare. Accettai anche questa proposta e andai, un pò intimorita e con delle bruttissime scarpe che “non ci azzeccavano” niente. Presi il mio posto al tabellone e iniziai a scrivere senza capire un’acca di ciò che dettavano.
Ma ecco, inaspettata, giungere la prima proposta, poi le successive.
In un momento di relax, il direttore mi chiese se volessi dipingere delle figure umane su alcune porte. Accettai per l’ennesima volta e feci degli omini semplici e simpatici. Piacque quel lavoretto e tanti dei clienti incuriositi si complimentarono, sorridendo però alla vista di quelle scarpe improbabili. Mi pagarono bene e mi invitarono a tornare l’indomani per altri lavoretti, così iniziai a rifare la cartellonistica del campo da Golf. Che fortuna!!!
Prendere di petto le occasioni è forse la dote più grande di Irene, quella che le ha concesso di ricevere le più importanti soddisfazioni. È così che, spaventata ma coraggiosa, prende la patente e va.
Avevo preso da poco la patente ed ero terrorizzata alla guida di quella macchina che mio padre mi aveva messo a disposizione. Credeva molto neĺle mie capacità, io forse un po’ meno. Il mio nome iniziò a girare nell’ambiente e così iniziai a guidare per tutta la costa attrezzata dei miei pennelli e dei miei colori. È stato un momento magico della mia vita. Al mattino mi mettevo alla guida della mia auto con i miei arnesi e le mie paure e andavo a dipingere, restaurare, progettare cartelloni sul loco, così dal niente… sembrava una magia e forse lo era.
Irene coglie qualsiasi occasione le si presenti davanti per esprimere la propria arte, senza porsi limiti. Finché un incontro le cambia la vita.
Dipingevo magliette, tutto ciò che mi capitava sotto le mani. Restauravo letti antichi e progettavo cartelli. Questa avventura è durata qualche anno, poi un incontro, un amore, dei figli. Il trasferimento in un’altra città e poi di nuovo ad Olbia.
Inizia un periodo diverso della vita di Irene. Diverso ma non per questo meno felice e meno creativo.
Anche questo è stato un periodo felice con i miei bambini e di creatività legata a loro. I bambini ti fanno diventare nuovamente bambina e tiri fuori le cose che piacevano e piacciono a te e che provengono dalla tua storia personale sotto forma di fiabe.
Con la maternità Irene si avvicina al mondo dell’infanzia e dà sfogo alla sua creatività lavorando con i più piccoli.
Ho insegnato nelle scuole elementari le mie piccole arti, facendo realizzare e realizzando murales, scenografie per le recite, insegnando a stampare sulle magliette partendo dai racconti dei loro disegni. Poi i figli son cresciuti e anch’io ed è iniziata una nuova fase.
Viene contattata dall’Unitre, l’Università della terza età, per tenere un corso e Irene Piccinnu si butta anche in questa nuova avventura.
Decido di ritornare alle mie origini: la pittura su stoffa, oramai andata in disuso con l’avvento delle stampe digitali. Mi innamoro di nuovo di questa tecnica antica e faccio innamorare anche le mie allieve, credo. Proseguo e sperimento ciò che avevo appreso a scuola, ciò che avevo sperimentato negli anni. Mi ritrovo in mezzo a trame e colori e mi immergo in essi emozionandomi e appassionandomi, recuperando tecniche imparate nel mio passato, come l’intaglio del legno e altri materiali che prevedono arte e pazienza.
Irene crea così una sorta di xilografia e rielabora disegni appartenenti alla tessitura e al ricamo.
Lo faccio modificandoli, facendoli diventare altro. Non so se meglio o peggio, ma altro, non disdegnando anche altre forme e colori, colori vivi e brillanti. Colori in cui immergersi e nuotare.
Irene vive ora una fase di consapevolezza e di maturità ma sempre intrisa di passione e felicità derivante da ciò che fa.
Anche questo è un momento magico che voglio cavalcare e fare mio, continuando a sperimentare e far conoscere agli altri ciò che faccio. In un momento di grande crisi economica decido di farne il mio lavoro e, facendo una cosa che non avevo mai fatto: comincio a partecipare ad esposizioni e mercati per artigiani e creativi. Questo mi consente di confrontarmi ed instaurare bellissimi rapporti di amicizia e collaborazione con altri artisti, cosa non da poco.
Guardandosi alle spalle Irene Piccinnu è oggi in grado di notare un filo conduttore nella sua vita che, fin dalla sua infanzia non si ferma ma si trasforma.
Sì, in questo istante di consapevolezza sono felice.