Una rivista dedicata alla cultura mediterranea, nata con lo scopo di favorire il dialogo fra le popolazioni, che vede il mare nostrum come punto d’incontro e non come luogo di divisione: Mediterraneaonline, magazine fondato da Gianmarco Murru, giornalista originario del Sulcis, è una bella realtà editoriale che merita di essere conosciuta. È proprio Gianmarco a raccontarci la nascita della rivista.

La mia idea era quella di raccontare il Mediterraneo come espressione di una cultura specifica. Non volevo focalizzarmi sull’attualità, ma partire da un tema, affrontato dal punto di vista del redattore e della sua cultura di provenienza. La rivista vuole essere una via di mezzo fra una rivista accademica e una rivista, per così dire, di “cultura popolare”: l’obiettivo era, ed è, divulgare cultura “alta”, occupandoci di argomenti complessi e poco trattati dai media mainstream.

Dopo gli studi in Filosofia, Gianmarco lascia la Sardegna per fare un master in Editoria a Milano. Concluso il master, comincia a lavorare. Sembra una storia di “fuga di cervelli” dal sud al nord Italia, ma in realtà proprio a Milano sviluppa le prime idee che porteranno alla fondazione della rivista.

Durante la mia permanenza a Milano mi sono chiesto: quali sono le diversità rispetto alla Sardegna? Quali sono le nostre radici? Cosa significa essere al centro del Mediterraneo? Di lì sono partite una serie di riflessioni che mi hanno portato a Mediterraneonline. Il fatto che un progetto del genere praticamente non esistesse, né sul web né in forma tradizionale, ha fatto il resto.

Gianmarco butta giù i primi spunti, ispirato da un noto sociologo, Franco Cassano, e dal suo lavoro più conosciuto, Il pensiero meridiano.

La rivista nasce fra il 2007 e il 2008, nel Sulcis, a Porto Pino, dove ho ideato il primo schema della rivista.
Ho lavorato a partire dai concetti del pensiero meridiano: esiste un modo di vivere peculiare, che non è peggiore o migliore di altri. Semplicemente, è un modo diverso di vivere e di affrontare il quotidiano.

In un epoca ultraglobalizzata, dunque, la rivista vuole rimettere al centro il Mediterraneo non intenso solo come luogo geografico, ma anche e soprattutto crocevia di culture.

Il punto era riuscire ad apprezzare la filosofia e il pensiero dalla prospettiva della cultura mediterranea. Se poi si fa un discorso storico, si scopre che il pensiero europeo nasce nel e dal mediterraneo. Le radici europee stanno nella sponda sud del Mediterraneo.

mediterraneaonline

La cultura del Mediterraneo, che comprende non solo i paesi europei, ma anche i paesi africani affacciati sul Mediterraneo (fra cui Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto), secondo Gianmarco ha un’importanza capitale per comprendere le nostre radici, il nostro tempo, la nostra storia.

L’interesse per questa parte del mondo deriva dal capire quello che siamo: per esempio, noi siamo sardi non solo perché viviamo in questa terra, ma perché frutto di stratificazioni di lingue, tradizioni e culture. Una ricchezza che viene a fasi alterne dimenticata sostituita da altri interessi.

C’è un evento, in particolare, che Gianmarco reputa fondamentale nel suo percorso: il processo di Barcellona del 1995, promosso dall’Unione Europea per garantire la sicurezza e promuovere lo sviluppo economico nel Mediterraneo.

Il processo di Barcellona ha sancito un nuovo interesse verso la regione del Mediterraneo: si parlava con entusiasmo di accordi fra paesi del Mediterraneo e gli altri paesi europei, si è creata l’Unione per il Mediterraneo, si parlava di favorire l’immigrazione “specializzata”. Purtroppo, i progetti – politici, culturali ed economici – del processo si sono realizzati sono in parte. Era un periodo di grande entusiasmo, anni di accordi con paesi con cui prima era complicato anche parlare.

Il processo di Barcellona e il pensiero meridiano del professor Cassano spingono Gianmarco a tracciare la strategia editoriale di Mediterraneaonline: raccontare la contemporaneità nei paesi affacciati sul Mediterraneo, con un focus sulle nuove generazioni. Per farlo, coinvolge corrispondenti (e amici) da tutti i paesi del mare nostrum.

Coinvolgere amici e corrispondenti da altri paesi, specialmente da paesi come Tunisia e Marcco, con punti di vista indipendenti rispetto alla cultura globalizzata occidentale, è stato interessante perché ci ha permesso di scoprire che le differenze fra noi e “loro” sono davvero poche, sono più le somiglianze rispetto alle differenze. Cercare di scoprire quello che i quotidiani non hanno più voglia o interesse a raccontare. Del Mediterraneo ci si occupa solo in caso di guerre o relativamente alla questione immigrazione, ma in realtà la vita va avanti: nei paesi africani affacciati sul mare nostrum ci sono università, progetti di cooperazione, scambi culturali, start up.

Gianmarco guarda oltre il giornalismo mainstream, vuole creare un archivio di articoli di qualità, densi e approfonditi, ma non destinati solo agli addetti ai lavori.

Sin dall’inizio sapevo che la rivista non avrebbe avuto numeri sbalorditivi, ma mi interessava porre delle basi per creare un archivio culturale da leggere agilmente, anche dopo anni. Se si parla di un argomento senza legarlo all’attualità: per esempio, quando abbiamo parlato della concezione del tempo o della malattia mentale nel Mediterraneo.

Redattori (e punti di vista) da tutta Europa

Con gli anni, la redazione si allarga: da tre si arriva a quaranta redattori circa, di tutti i paesi del Mediterraneo, che scrivono esprimendo la propria cultura e visione della vita.

Molti redattori non sono giornalisti professionisti, non usano la tecnica tipica del cronista che deve “colpire”, ma semplicemente esprimono un loro punto di vista. Ho scovato i redattori soprattutto tramite i social, Facebook e Linkedin. Sin dall’inizio ho voluto creare una testata giornalistica. Dopo un anno ho creato un’associazione culturale, che gestisce la rivista dal punto di vista amministrativo e che si occupa di bandi e partnership.

L’ottimo lavoro di Gianmarco e della redazione di Mediterraneaonline porta i suoi frutti: premi, partnership e il riconoscimento come pubblicazione di interesse scientifico. da parte del Ministero della Ricerca.

Essere entrati nella Anna Lindh Foundation, una rete con centinaia, forse migliaia, di associazioni culturali in 43 paesi diversi. Esigevano una qualità del lavoro notevole, è una bella soddisfazione. Abbiamo ottenuto il premio eContent Award per gli anni 2009, 2010, 2011, e 2012 nella sezione cultura (eCulture & Heritage). Nel 2015 abbiamo ottenuto il primo premio nelle sezione eMedia & Journalism, l’unica rivista sarda ad aver raggiunto questo risultato. Inoltre, abbiamo ricevuto un sacco di email di ringraziamento e incoraggiamento da tante persone. Ricordiamo che siamo tutti volontari e senza fondi, la soddisfazione è doppia. 

Mediterraneaonline-eAward

L’interesse per il Mediterraneo porta a collaborazioni e inchieste di spessore: la lente è sempre puntata su ciò che succede attorno a noi, dal punto di vista geopolitico e culturale. 

Abbiamo partecipato a diversi progetti, fra cui uno legato a Lampedusa, insieme ad altre associazione della rete Anna Lindh. Siamo stati a Lampedusa per capire di più sul fenomeno dell’immigrazione, qualcosa di molto diverso da quello che si sente di solito.

Viene naturale chiedersi: se un magazine come Mediterraneaonline fosse nato altrove, avrebbe avuto più successo, più finanziamenti, più possibilità di crescere? La risposta, a differenza di quanto si possa pensare, è tutt’altro che semplice.

Non so se la rivista fosse nata a Milano avrebbe avuto più fortuna, forse, ma non è detto. Di sicuro ne avrebbe avuta se fosse nata a Parigi, dove l’interesse per la cultura del mediterraneo è più viva anche per ragioni storiche. Ascoltare un musicista algerino, o mangiare in un ristorante africano sono cose abbastanza normali, da noi è un po’ più complicato, eppure anche noi in Africa ci siamo stati a lungo.

Di certo il lavoro di Gianmarco e della redazione di Mediterraneaonline continuerà, con la speranza di avere presto a disposizione più risorse, anche economiche, per crescere.

Dopo dieci anni continuo ad avere incoraggiamenti da diversi professionisti del settore, quindi sarebbe un peccato lasciare quando si inizia a vedere qualche spiraglio di sopravvivenza, ma l’idea di un progetto solido a lungo termine. Mi fa ben sperare che molte persone mi chiedano di scrivere, nonostante ancora sia su base volontaria.

Mediterraneaonline è la dimostrazione che, con volontà, conoscenza e passione, si possono fare ottime cose anche se le risorse sono poche. Il giornalismo fatto bene è quantomai una necessità: auguriamo a Gianmarco e a tutta la sua redazione sparsa per l’Europa un futuro ricco di soddisfazioni.