Si può associare a uno strumento come l’arpa il concetto di “non convenzionale”? Certo, se a suonare questo strumento è Raoul Moretti, musicista lombardo di nascita e sardo d’adozione, che in Sardegna ha trovato la sua isola felice.
L’amore di Raoul per la musica nasce grazie alla madre:

Nella mia famiglia non c’erano musicisti, ma mia madre, appassionata di musica classica, mi portava ad ascoltare concerti ogni settimana. Poi mi ha suggerito di studiare il pianoforte. Da quel momento in poi, quando si è trattato di scegliere, ho sempre scelto la musica.

L’approccio con l’arpa arriva più tardi, al Conservatorio di Como:

Ho scelto l’arpa per caso. A 15 anni, all’esame di ammissione al conservatorio, mi hanno suggerito di affiancare al pianoforte lo studio dell’arpa, uno strumento poco “battuto”. Ho cominciato e mi ha subito incuriosito: oltretutto, ero il primo uomo della mia città a studiare questo strumento. La passione per l’arpa è cresciuta fino a diventare la mia professione.

Raoul non si accontenta di suonare l’arpa, ma comincia a sperimentare. L’arpa diventa il mezzo con cui unire mondi all’apparenza lontani fra loro:

Mi hanno definito “arpista non convenzionale” qualche anno fa. In effetti, la definizione rispecchia il mio percorso artistico: dopo gli studi classici, le esperienza cameristiche e orchestrali, ho sempre avuto interessi paralleli, dal teatro-danza alla recitazione. Inoltre ho sempre ascoltato tanti generi musicali.
Così, ho deciso di usare l’arpa per mettere in contatto mondi diversi fra loro. Ho sempre cercato di portare il mio strumento prediletto in territori musicali dove di solito non c’è, oppure di avere un approccio diverso dal convenziale. È un modo per far conoscere la versatilità dell’arpa.

L’attività di arpista porta Raoul a collaborare con diversi artisti sardi, ma non solo: lui, comasco di nascita, trova in Cagliari la sua città adottiva.

Mi sono sempre sentito cittadino del mondo, anche per via della doppia cittadinanza italiana e svizzera.
Como è la città in cui sono nato e cresciuto, è dove ho sviluppato la prima parte della mia attività artistica. Agli inizi, dal punto di vista artistico, ho vissuto Cagliari come spettatore e osservatore, anche se avevo già cominciato a intrecciare collaborazioni musicali. Ora amo vivere e suonare a Cagliari e in tutta la Sardegna.
Mi sento sardo d’adozione, innamorato di questa isola e della sua cultura.

Le collaborazioni di Raoul con musicisti e artisti sardi rispecchiano la voglia di esplorare e di sperimentare di Raoul:

I progetti attivi in questo momento sono parecchi: un duo con la stupenda voce di Beppe Dettori per un originale programma di world music, la rivisitazione delle tematiche gaberiane con Gerardo Ferrara, il gruppo Nahui con Francesca Salis, Rinaldo Pinna e Diego Pirodda e il nostro omaggio alla musica ispano-americana. Non dimentico i soundmaker sardi che hanno collaborato al mio disco Harpness: Walter Demuru, Diego Soddu, Gianluca Porcu e Michele Bertoni, altro sardo d’adozione.
Inoltre, collaboro con Angelica Perra dell’associazione Musiceverywhere.

Raoul arpista non convenzionale

Un orizzonte infinito di note

Per un musicista senza limiti come Raoul, le sette note sono tutto:

La musica è una passione, una professione, uno stile di vita. Pervade tutta la mia giornata, perché quando non mi esercito o suono, penso a progetti, intreccio collaborazioni, mi promuovo, curo la comunicazione. La musica scandisce la giornata, le settimane e i mesi.
Attraverso la musica esprimo la mia inquietudine di essere umano.

Nonostante Raoul abbia già ottenuto tante soddisfazioni professionali, il suo obiettivo è averne di nuove, sempre più belle, sempre più intense.

Le soddisfazioni maggiori sono quelle che devono ancora arrivare. Riuscire a emozionarsi e a emozionare è sempre una grande gioia: quando alla fine del concerto la gente ti cerca per dirti grazie, è bello cogliere nei loro sguardi quella vibrazione magica che nasce dalla musica, una vibrazione che, capisci, è arrivata in profondità.
Dal punto di vista professionale, sono stato il primo arpista uomo a esibirmi in un varietà televisivo, con Fiorello nel 2004; ho partecipato a festival in Europa e Sudamerica. Ho ricevuto attestati di stima da colleghe e colleghi che per me hanno rappresentato sempre un punto di riferimento.

Il futuro di Raoul è un vasto orizzonte pieno di concerti, collaborazioni e sperimentazioni musicali:

Il mio futuro di musicista è colmo di progetti. Sto iniziando a pensare a un paio di progetti con due importanti voci femminili sardi. Intanto, dal 5 al 9 ottobre prossimi ci sarà il Festival Internazionale Arpe dal Mondo, che ho organizzato in collaborazione con l’Ente Concerti Città di Iglesias.
Nei prossimi mesi ho in programma concerti in Francia, Spagna, Argentina e Brasile e qualche workshop per la penisola. Inoltre, all’arpa elettrica affiancherò l’arpa laser. Il prossimo luglio rappresenterò l’Italia e l’innovazione occidentale in una produzione originale per il World Harp Congress di Honk Kong, dove i miei suoni incontreranno la musica zen tradizionale cinese.

Raoul è più che un arpista non convenzionale: è un musicista non convenzionale, che ama esplorare i vasti spazi della musica e creare nuovi mondi pizzicando le corde del suo strumento. Chi pensa che l’arpa sia uno strumento troppo etereo o addirittura noioso, ascolti qualche pezzo di Raoul Moretti: si ricrederà.

Leggi un\'altra storia:  Riccardo Atzeni, illustratore felice.