Martina Garau, 26enne cantante originaria di Carbonia, ha una storia scandita dall’amore per la musica e il canto, nato quando era ancora una bimba.
Non so dire di preciso quando sia nata la mia passione per la musica; quando ero molto piccola giocavo sempre con una piccola tastiera dai tasti colorati, così mia madre decise di portarmi a lezione di pianoforte ma, avendo solo tre anni, non mi accettarono.
Quella passione così precoce porta Martina, appena più grande, a chiedere ai genitori di poter riprendere a studiare musica. Da quel momento Martina e la sua arte prediletta non si separano più.
Quando avevo circa sei anni mi raccontarono l’episodio: allora chiesi di essere riportata a lezione. L’anno successivo sono entrata al Conservatorio, passando dal corso di violino a quello di pianoforte, che dovetti abbandonare dopo una brutta tendinite. Dopo la maturità decisi di iscrivermi al triennio di Canto Jazz.
Avere genitori che incoraggiano i figli a seguire le proprie inclinazioni è spesso determinante. Martina ha la fortuna di avere una madre e un padre appassionati di musica.
I miei genitori amano la musica, mio padre è un batterista amatore, ha comprato la sua prima batteria a cinquant’anni, è un grande ascoltatore. Mia madre si definisce “negata”, ma canticchia in ogni momento della giornata. Penso che tutto ciò abbia influito su di me.
Nonostante la giovane età, e a differenza di molti coetanei, la cantante originaria di Carbonia prende la sua strada senza ripensamenti. A molti può apparire come un’imprudenza, ma è la passione a comandare.
Ho sempre avuto l’idea di fare della musica il mio lavoro. Arrivato il momento di scegliere la facoltà universitaria, mi sono chiesta cosa mi interessasse studiare: sono una persona molto curiosa, amante delle materie scientifiche, quindi ho pensato di studiare Fisica, Chimica, Biologia… ma la verità è che non mi sono mai concessa un piano B.
Lungo la sua strada, Martina incontra tanti professori e compagni di corso: il conservatorio esige disciplina e motivazione, ma può diventare facilmente un ambiente in cui sentirsi protetti.
Il conservatorio è stato la mia seconda casa. Il percorso è difficile, soprattutto quando ci si trova a dover combattere con le proprie insicurezze e frustrazioni. I docenti svolgono un ruolo importantissimo: penso di aver preso qualcosa da ognuno di loro, ma in questo “campo di battaglia” sono stati i miei colleghi ad avere il ruolo principale, sia emotivamente che musicalmente.
Martina dedica un pensiero speciale a un compagno di studio e di lavoro, un chitarrista che, oltre ad avere una grande tecnica, le ha insegnato l’importanza della disciplina e la felicità del suonare insieme.
Un ringraziamento particolare va a Gianluca Tozzi, chitarrista meraviglioso, che mi accompagna nella musica (e non solo): da lui ho imparato che la costanza e la gioia nello studio sono fondamentali per fare sempre meglio e ho scoperto la magia dell’interplay, ovvero l’interazione e il dialogo tra musicisti.
La musica? Una coltellata
Martina è una cantante eclettica, che spazia dal pop al jazz passando dal rock e dalla musica d’autore. C’è un genere, però, che le fa vibrare il cuore, che la diverte e l’aiuta anche a coltivare il suo amore per il teatro.
Il “mio” genere è sicuramente il jazz. Mi piace l’improvvisazione, che rende tutto sempre diverso e inaspettato: so che il brano che ho suonato ieri domani sarà diverso e cambierà a ogni esecuzione. Mi piace l’idea di una musica “viva”, che regala una grande libertà. Gli altri generi sono sempre molto divertenti, la mia passione per il teatro mi porta a voler interpretare al meglio il mio ruolo, anche se non mi appartiene del tutto o non è quello che preferisco.
A raccontarla così, sembra che per Martina il percorso nel mondo della musica sia stato quasi fatato, senza alcun problema: ma la realtà è sempre molto meno idilliaca di quanto vorremmo, e anche la cantante sulcitana ha dovuto fare i conti con momenti di crisi.
Le difficoltà sono tantissime, ma ho imparato a non contarle più, ad essere sincera. Se mi fermassi a pensare ai problemi, forse smetterei domani.
Addirittura, c’è un momento in cui Martina fatica a coltivare lo studio, a causa di continui viaggi e di un ambiente negativo. Per fortuna un’amica l’aiuta a superare il brutto momento.
C’è stato un momento in cui ho “traballato”: viaggiavo in treno tutti i giorni e tornavo a casa troppo stanca per studiare. Inoltre il clima a Carbonia non era certo positivo: la mia empatia mi portava ad assorbire una quantità enorme di energia negativa. Ho deciso quindi di trasferirmi a Cagliari, dove ho trovato Michela, la mia collega e coinquilina. Lei mi ha insegnato (senza saperlo) che qualsiasi scelta, se coerente con ciò che siamo, è possibile. Lì ho trovato una nuova energia.
Dopo tanti sacrifici e qualche momento di sbandamento, Martina riesce a ottenere la laurea in Canto Jazz. È un momento di grande gioia.
La laurea è stata una delle soddisfazioni più belle della mia vita, anni di studio riassunti in trenta minuti di concerto: vedere la felicità e le lacrime negli occhi dei miei mi ha riempito di orgoglio.
Ora Martina può finalmente trasmettere la sua passione ad altre persone: il suo amore per la musica passa da cuore a cuore.
Quest’anno mi sono trovata catapultata nel mondo dell’insegnamento: i ringraziamenti da parte degli allievi, la loro gioia e i loro progressi sono una grande soddisfazione.
Dietro tanta passione, ci sono emozioni indefinite, un vortice di sensazioni difficili da spiegare, che passano dalla malinconia alla gioia, dal riso al pianto. E dietro tanta passione c’è anche tanto amore per i giganti della musica.
Io le chiamo “le coltellate”. Sono simili alle farfalle nello stomaco… è difficile da spiegare. La musica mi dà gioia, dolore, può trasmettermi malinconia o divertirmi tanto. Il mio docente di Filosofia della Musica avrebbe detto che dobbiamo smettere di dare una definizione a tutte le cose; la musica va oltre qualsiasi definizione.
L’amore che ho per il pianoforte pone in cima alla lista dei miei artisti preferiti Bill Evans; tra i cantanti invece, i miei preferiti sono Chet Baker ed Esperanza Spalding. Potrei stilare un elenco infinito.
E il futuro? Nel nord Europa, a breve; nel resto del mondo, in seguito. E poi chissà: Martina accoglie ciò che le offre la vita a braccia aperte.
Vorrei completare i miei studi con un master nel Nord Europa, spero di riuscire a partire entro i prossimi due anni. In seguito, non so: il mio sogno è quello di girare il mondo con i concerti, scrivere musica ed incidere dischi, il sogno della maggior parte dei miei colleghi, credo!
Martina Garau ha talento e passione, è un mix di caparbietà, tecnica e amore sincero per la musica. Il suo entusiasmo è contagioso, e noi di Sardegna Creativa non possiamo far altro che augurarle di portare il suo entusiasmo ovunque lei voglia.