Cominci a scrivere per evadere dalla realtà e finisci col pubblicare libri e con l’avere un cassetto stracolmo di idee e bozze: questo è successo a Fabrizio Fenu, scrittore di Carbonia, che da bambino prendeva la penna in mano per dare voce alla sua immaginazione.

Scrivere per me è molto più che una semplice passione: ho cominciato a scrivere fin da bambino, senza mai pensare, però, di pubblicare i risultati delle mie evasioni dal mondo circostante. La scrittura era per me, soprattutto da bambino e da adolescente, una fuga da ciò che mi circondava più che un’esercitazione stilistica. Era l’occasione per poter vagare con l’immaginazione nei mondi che la mia fantasia costruiva, vestendo i panni dei personaggi più disparati.

Fabrizio frequenta il liceo scientifico e si laurea in Lettere moderne, con indirizzo storico-moderno, all’Università di Cagliari. Si potrebbe pensare che gli studi lo abbiano spinto verso la scrittura: al contrario, Fabrizio sostiene che dietro ci sia lo zampino del Fato.

Le scelte inerenti gli studi che ho fatto sono state sempre svincolate dal mondo della scrittura; tuttavia, sono convinto che ognuno di noi abbia un percorso tracciato, quindi, forse, il “mio scrivere” era già stato “scritto” prima che anche io lo sapessi.

Fabrizio pubblica i primi due libri a distanza di un anno l’uno dall’altro: La bambina e la miniera, nel 2009, Flavia e il minatore, nel 2010, due lunghi racconti dal sapore fiabesco destinati ai più piccoli (ma non solo). Lo scrittore sceglie la narrativa per l’infanzia perché ammira lo stupore e l’entusiasmo dei bambini, ammirazione trasmessagli dalla mamma insegnante.

Ho sempre ammirato la capacità dei bambini di approcciarsi ad argomenti e a realtà a loro sconosciute con la purezza che li contraddistingue, senza vincoli, preconcetti o schemi mentali che invece caratterizzano il nostro essere adulti. Credo che questa ammirazione per i bambini più piccoli mi sia stata trasmessa da mia mamma, che ha fatto la maestra elementare con dedizione per oltre trent’anni. Non riesco neppure a ipotizzare quante volte l’abbia sentita ripetere, nel corso degli anni: “Ogni alunno è come un figlio per me!”.

Libri-Fabrizio Fenu

Sia nella bambina e la miniera che in Flavia e il minatore, Carbonia non fa semplicemente da cornice, ma è parte viva del racconto. Per entrambi i libri Fabrizio ha preso spunto dalle storie del nonno minatore, convinto com’è che si debba conoscere a fondo la propria storia per non vivere una vita a metà.

Credo che conoscere le nostre radici, da dove “veniamo” sia indispensabile per poter guardare la nostra vita a testa alta, guardandola negli occhi. Sono cresciuto con i racconti di mio nonno, che mi ha trasferito, senza che io allora ancora lo sapessi, la mia memoria storica, il mio Dna. Dico, senza che io lo sapessi, perché a me quelle storie sembravano semplicemente delle avventure lontane nello spazio e nel tempo. Solo col passare degli anni, sono riuscito ad aprire la combinazione del forziere dei ricordi e a far mio questo tesoro.

La vita di Fabrizio s’intreccia con quella del nonno: grazie al suo lavoro come guida turistica al Museo del Carbone, nella Grande Miniera di Serbariu, respira la storia affascinante di una città nata e cresciuta in simbiosi con le miniere. Per Fabrizio, è come il passaggio di un testimone.

Pensavo che la miniera mi sarebbe appartenuta solo indirettamente: sbagliavo. Era forse scritto, chissà dove, che anni dopo anche io sarei dovuto entrare nei luoghi appartenuti prima a mio nonno e a tanti altri eroi, in quegli stessi luoghi dove avevano creduto, sperato, pianto, imprecato, gioito e sacrificato le loro vite per garantire un futuro migliore ai loro figli e alle loro famiglie. È come se nel mio lavoro di guida turistica mi sia stato dato un testimone, come quello che viene “passato” a chi corre una staffetta. In quella staffetta, loro correvano prima, io correvo dopo; semplicemente, ho afferrato il testimone, l’ho custodito e ho iniziato a correre.

Aprite quel cassetto! (e lasciate libere le idee)

Fabrizio pubblica per Arkadia, casa editrice cagliaritana che considera il libro “un atto d’amore e un luogo di libertà”. La scelta di affidarsi a una casa editrice sarda, per Fabrizio, è legata a questioni d’affetto.

La scelta di Arkadia è legata ad un rapporto di stima e di amicizia che mi lega a Riccardo Mostallino Murgia, il deus ex machina della casa editrice.

Fabrizio-Fenu

Il mare, risorsa e bellezza, talvolta può diventare un ostacolo, anche per uno scrittore appassionato e costante come Fabrizio.

L’insularità, un aspetto peculiare che contraddistingue il nostro essere sardi, rappresenta un limite sia per le case editrici, che non possono avere la stessa visibilità e le stesse risorse per lottare ad armi pari con quelle del “continente”, sia per chi scrive.

Come tutti gli scrittori, Fabrizio legge tanto. I classici, certamente; ma anche autori contemporanei d’oltreoceano, i nomi più importanti della nuova letteratura sarda e autori italiani del passato e del presente.

Amo leggere in senso lato; mi piace la genialità degli scrittori con la “S” maiuscola, come definisco io alcuni mostri sacri della narrativa. Faccio solo qualche nome di quelli che hanno segnato la mia passione per la lettura: Hemingway, Garcia Marquez, Wilbur Smith, Stephen King, Jeffery Deaver, Patricia Cornwell, Jack White, ma anche Fallaci, Ammaniti, Valerio Massimo Manfredi, così come pure Deledda, Sergio Atzeni, Marcello Fois, e Flavio Soriga.

Dopo aver scritto letteratura per bambini e aver esplorato il mondo della sceneggiatura con Il paese delle sirene, graphic novel di Ruggero Soru, ora il nostro scrittore è alle prese con un noir.

Ho tante idee e bozze nel cassetto, bisognerà vedere quali si concretizzeranno, apriranno le ali e prenderanno il volo. Spero di terminare il noir entro l’estate.

Fabrizio si muove nel vasto mondo della letteratura con la fantasia appesa a una nuvola e lo sguardo dritto verso un passato da ricordare. Ci auguriamo che dal suo cassetto le idee prendano presto il volo e raggiungano rapide ogni angolo del mondo.