Bertrand Russel diceva che l’equilibrio tranquillizza, ma la pazzia è molto più interessante e, se avesse avuto occasione di conoscerla, avrebbe sicuramente trovato interessante Alessia Mocci, fondatrice di Oubliette Magazine. Alessia è tante cose, ma più di tutto è una donna con un’insaziabile fame di cultura, che fugge la staticità e la noia.

L’unica certezza che ho è che quando penso di esser sul punto di conoscermi un po’ nasce in me la necessità di mutare quasi ogni aspetto della mia vita. Bella certezza, penserai, beh sì, lo è. Si evita spesso la noia.

Alessia si descrive come una persona folle, che vive con spontanea pazzia le sue giornate.

L’altra sera parlavo con una ragazza che mi ha chiesto: “Ma come fai a gestire tutto questo?”. Ed in modo più che spontaneo mi è venuta questa curiosa illuminazione: “Perché sono folle! E solo una persona folle può gestire persone equilibrate”. Come Editor in Chief devo star a sentire i bisogni di tutti i miei collaboratori (persone diverse per cultura regionale, età, sesso, predisposizione artistica, gusti, varie ed eventuali) dunque devo aver la capacità di entrare un po’ nella testa di chi ho di fronte alla chat, senza mai aver neppure sentito la voce, senza la percezione dello sguardo, senza scorgere un minimo aiutino dato dalla vicinanza fisica. Beh se non è follia questa, come potremmo chiamarla?

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Maturità classica e laurea cum laude in Lettere Moderne, con una tesi sperimentale tra cinema e letteratura su Harold Pinter, Fred Uhlman e Jerry Schatzberg. Il suo percorso lavorativo e umano la porta a lavorare per diverse case editrici della penisola e a pubblicare diversi testi di critica letteraria finché si avvicina ad internet.

Dal 2008 ho intrapreso seriamente la mia vita virtuale. La Sardegna ha dei paesaggi naturalistici che amo profondamente ma purtroppo non è mai riuscita a cibare la mia mente bisognosa di novità, dunque il magico mondo di internet mi ha rapito come fece Ade con Persefone, con la sostanziale differenza della non evasione dall’Inferno per la Primavera ed Estate. No, è Internet tutto l’anno, è il regno del virtuale per 12 mesi senza sosta.

Questo suo lato non è però sinonimo di introversione: Alessia è socievole e ama stare tra la gente ma, semplicemente, il mondo “reale” alcune volte è troppo lento per i suoi ritmi.

Ad-oro ridere, ad-oro dialogare, conoscere persone, apprezzarle e perché no… anche amarle. Ma, semplicemente, il mondo del sapere re-ale non è comparabile al virtu-ale connesso a tutto il mondo passato presente e futuro.

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Foto di Anna Cardia

Dal 2008 Alessia lavora nell’editoria e cura tre rubriche di cinema per SuperEva, collabora con diverse realtà editoriali italiane e sta portando avanti la sottocollana editoriale itinerante Oubliette Magazine da cinque anni, poi la svolta: mollare tutto per capire cosa volesse fare realmente.

Ho capito che dovevo lasciar la mia isola. Ho lasciato la Sardegna perché, come tanti altri creativi, non son riuscita a soddisfare la mia energia. Molto semplice.

La nascita di Oubliette Magazine

Era il 2010 e Alessia collabora con una cinquantina di quotidiani online. Con il tempo però matura una certa insoddisfazione per diversi dettagli e scelte dei siti per cui scriveva. È così che decide di dare vita a qualcosa di suo, scevro di quegli elementi che le causano fastidio.

Ed il 16 febbraio 2011 con pochi click ho fondato Oubliette Magazine, prendendomi anche svariate critiche sulla scelta del nome. Ah l’ignoranza! Ah il non informarsi su una scelta ma il criticare a priori.

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Ma cosa significa Oubliette?

L’Oubliette era una particolare prigione sotterranea “a forma di pozzo circolare, oscuro e senza alcuna possibilità di risalita”, in voga nel medioevo, nella quale si gettavano “letteralmente” i condannati a morte. La particolarità di questa prigione rispetto ad altre, erano due fori posti al di sopra delle teste dei poveri sfortunati, i quali portavano alla cucina ed alla sala da ballo. I trafori sulla pietra del pozzo erano posizionati per far entrare rispettivamente gli odori delle pietanze e la musica da ballo così che i condannati soffrissero doppiamente gli ultimi istanti della loro vita.

Apparentemente si direbbe che questo abbia poco a che fare con un portale di cultura, invece una ragione c’è.

La ragione per la quale ho scelto Oubliette come nome del magazine è perché ho sin da subito immaginato i condannati al silenzio farsi strada e risalire il lungo pozzo del dimenticatoio; ho immaginato che queste intelligenze avessero qualcosa da dire. Da qui la scelta di identificazione in un condannato che non vuole tacere e che pian piano, pietra dopo pietra, articolo dopo articolo, si fa strada per veder nuovamente la luce ed aver la piena libertà della propria vita.

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Foto di Fabio Costantino Macis

Dal 2011 tanti collaboratori si sono uniti ad Alessia e hanno cominciato a scrivere per Oubliette Magazine.

Siamo un gruppo compatto, forte, ma soprattutto libero di interpretare e libero di promuovere ciò che più ci piace.

Oubliette si occupa di tantissimi argomenti: è possibile trovarvi recensioni, critiche, interviste e comunicati. Nel maggio 2012 è stato accreditato da Google News come Fonte per la Sezione Cultura.

Che cosa non tratta Oubliette Magazine? Futilità, sport like calcio, fashion style, gossip. A nessuno dei collaboratori interessa, e sinceramente non interessando a me in primis e sarà molto molto difficile che questi “argomenti” possano entrare nel magazine.

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Ma l’aspetto principale che distingue Oubliette da altri siti che trattano argomenti simili è l’aver messo il messaggio e la sua comunicazione al pubblico davanti a qualsiasi logica di marketing.

Su Oubliette non compaiono finestre abusive ed invasive quando si cerca di leggere un articolo. Di questo vado un po’ fiera. Lo scopo principale è rendere fruibile il corpo dell’articolo, fruibile il più possibile. Non mi interessa se ci si iscrive alla newsletter, od alla pagina facebook, od ai social network vari. L’interesse supremo è proprio facilitare la lettura dell’opinione del collaboratore in questione. E fondamentalmente detesto i siti nei quali bisogna impiegare più di un click per leggere un articolo.

Si dice che rompere gli schemi sia il modo giusto per arrivare al successo e per Alessia e Oubliette sembra essere vero. Una cosa è certa, Oubliette Magazine non si ferma mai e presto, ci svela Alessia, uscirà il bando per la creazione di una nuova antologia di poesia e prosa.

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