Gli appassionati sollevano il mondo, abbattono gli ostacoli e raggiungono obiettivi incredibili. La passione muove il mondo e permette di attivare quei meccanismi che ci conducono a realizzare imprese impossibili.

Mauro Mulas è un musicista a 360 gradi: pianista e tastierista, produttore, compositore, arrangiatore e ingegnere del suono, Mauro non si è mai posto limiti e oggi può vantare una professionalità unica. Lui stesso ci racconta come nasce il suo amore per la musica.

Semplicemente, è nata per passione. Ho sempre amato la musica sin da quando ero molto piccolo.

I vari stimoli che l’hanno condotto a diventare un musicista così poliedrico sono arrivati, giorno dopo giorno, in maniera naturale.

Sono stimoli che mi sono arrivati in corsa. Per quanto riguarda il jazz, dopo alcuni illuminanti ascolti ho deciso di andare a studiare presso i seminari jazz di Nuoro: avevo 17 anni e studiavo pianoforte classico. Per quanto riguarda la musica elettronica, ho ampliato gli studi di composizione al conservatorio entrando anche in classe di musica elettronica, a poco più di vent’anni di età. Amavo comunque i sintetizzatori, i dispositivi elettronici in genere e le tecnologie applicate alla musica.

Abbiamo chiesto anche a Mauro quanto sia difficile vivere di musica in Sardegna e anche lui, nonostante una formazione altamente professionale, individua l’esistenza di alcuni problemi che rendono difficile fare questa professione.

Vivere di musica in Sardegna è difficile prima di tutto perché, per un problema culturale, si ha difficoltà nel vedere l’attività di un musicista come una vera professione, ma in realtà si è portati a concepirla come un hobby. Un’altra difficoltà deriva dall’insularità, che rende più difficili i contatti con il resto del mondo, anche se Internet ci ha dato una grossa mano.

Quando parliamo con Mario, sembra che la passione abbia spazzato via tutte le difficoltà: ma non è tutto ora quello che luccica.

Nella mia memoria ci sono innumerevoli brutte esperienze. Avrei l’imbarazzo della scelta.

Anche oggi nonostante gli anni e l’esperienza, capitano ancora episodi spiacevoli.

Ultimamente mi è capitato di suonare a un festival a Sassari, nella band di un mio amico cantautore con cui collaboro, e sia da parte dell’organizzazione che da parte dei tecnici abbiamo ricevuto un trattamento sbarazzino e poco accorto, quasi per farci pesare il fatto che noi non eravamo nessuno e loro erano attenti solamente alle esigenze dell’artista headliner. I tecnici ci hanno seguito in modo superficiale compromettendo la qualità della nostra performance e urtando il nostro umore. Capisco che ci sono delle priorità nelle logiche del mondo dello spettacolo, ma deve esserci rispetto per tutti.

Pensare di mollare però non è mai stata un ipotesi:

Al massimo mi capita di pensare che mi piacerebbe suonare solo per me stesso, perché a volte il lavoro ti porta a fare cose che non ami particolarmente, ma servono per andare avanti.

La musica è anche magia e ci sono episodi inspiegabili e unici, che dimostrano quanto sia importante essere formati e professionali, ma ci ricordano quanto sia indispensabile il talento, la fantasia e la passione.

Diversi anni fa mi sono trovato sul palco a suonare con una band che vantava il grande trombettista Flavio Boltro e il bassista Pippo Matino tra i vari musicisti. Non vi fu il tempo di provare e io, che sono salito sul paco senza nemmeno fare il sound check, per via del fatto che sono dovuto arrivare sul posto in extremis dopo un altro impegno, sono salito sul palco alla cieca. All’inizio del concerto, appena ho toccato i tasti del rhodes, con due piccoli appoggi ritmici, ho incrociato lo sguardo di Boltro che ha detto “Yeah man”… da quel momento il concerto è stato magico e mi è sembrato di conoscerli da sempre! Empatia.

 

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Mauro può vantare tante collaborazioni importanti, una su tutte quella con Antonella Ruggiero.

Ho avuto tante belle collaborazioni e tutte mi hanno arricchito sia come persona che come musicista. Una volta ho avuto il piacere di suonare con Antonella Ruggero e ho sentito la sua vera indole di musicista venire fuori non nei convenevoli e chiacchiere ma durante il concerto. Quando si suona non si possono indossare maschere, ma viene fuori la nostra essenza. Grandissima cantante.

Ovviamente ci sono ancora tanti sogni nel cassetto di Mauro e tanti progetti da realizzare, l’importante però lo scopo finale: far viaggiare la sua musica oltre il nostro mare.

Sto lavorando a diverse mie produzioni musicali. Il mio scopo è quello di lasciare una traccia del mio lavoro e farlo arrivare il più lontano possibile

Abbiamo salutato Mario Mulas,cercando di comprendere chi e cosa l’abbia ispirato: ne è venuto fuori un mix di artisti unici che vi suggeriamo di ascoltare.

Elencare i musicisti che mi hanno influenzato sarebbe una cosa troppo lunga, sono veramente molti. Nella mia evoluzione musicale hanno avuto un ruolo importante Bach, Mozart e Beethoven. Il grande tastierista Keith Emerson mi ha stimolato verso lo studio a 360 gradi della musica. In un secondo momento ho veramente capito la grandezza di compositori minimalisti come Eric Satie o i Pink Floyd, che per essere capita a fondo richiede maturità, oppure la genialità dei Depeche Mode che hanno aperto certi tipi di sperimentazioni e metodi di lavoro avanguardistici a tutti. Nel jazz ho amato molto Chick Corea, ma pian piano sono arrivato a capire e amare il grande genio di Monk.

Ascoltare Mauro Mulas suonare produce amore e emozione, un maestro in totale sintonia con il proprio strumento, quasi fosse un’estensione del proprio corpo, sensazione che lui stesso ammette. Ogni volta che suona cerca di farsi trasportare dalla musica e di trascinare anche chi ascolta in questo incantesimo che si crea tra lui e le note. Anni di carriera e grandissima forza di volontà l’hanno condotto lontano: seguite le sue orme e lasciatevi ispirare ancora una volta.